Auguri scomodi

Pasqua 2015

Dedicato alla litania dei tanti crocifissi di oggi: piccoli esseri umani abortiti, ragazzine/i abusate/i, anziani abbandonati, donne violentate, giovani indignati, adulti rassegnati, omosessuali derisi, detenuti dimenticati, malati malridotti, migranti ghettizzati, senzatetto avviliti, cristiani perseguitati… Dedicato alle vittime della tratta, del commercio di organi, del terrorismo fondamentalista, di una usura soffocante, di una ottusa burocrazia, di una corruzione ignobile e ripugnante… Quanti poveri crocifissi sui nostri calvari!

Eppure noi cristiani osiamo parlare di risurrezione: se il big-bang della creazione ha marcato il passaggio dal non essere all’essere, il big-bang della risurrezione ha registrato il salto dalla morte alla vita, dal non-esserci-più di Gesù al suo esserci-di-nuovo. Ma non è successo come per Lazzaro, il cui cadavere è stato rianimato e poi ‘prorogato’ per un supplemento di vita terrena, fino alla sua fine definitiva. Uscito ‘ri-vitalizzato’ dal sepolcro, Lazzaro è tornato ad essere un… “essere-per-la-morte”: risorto e… rimorto. Mentre per Gesù la risurrezione non è semplicemente un esserci-di-nuovo, ma un nuovo-esserci: dappertutto e per sempre. Dire “è risorto” è dire pari pari “è vivo”: personalmente, corporalmente vivente e ri-suscitatore di vita. Altrettanto non si può dire di Lazzaro e neanche di san Francesco. Ma se Gesù è vivo oggi, allora è nostro contemporaneo. E se è nostro contemporaneo, allora lo possiamo incontrare.

Ma non incontreremo mai il Risorto se prima non avremo incontrato il Crocifisso che continua ad agonizzare in incognito nei tantissimi crocifissi della storia. Se nella loro carne martoriata non abbiamo riconosciuto Gesù, non li possiamo aiutare a ‘rivivere’, e quindi non potremo un giorno sentirci dire dal Risorto: “Ero crocifisso, e tu mi hai aiutato a risorgere”.

Ma davvero noi possiamo aiutare a risorgere i dolenti crocifissi che intercettiamo sulla interminabile via crucis del mondo? Ebbene sì, abbiamo questo incredibile potere, e quindi dobbiamo assumerci questa inevitabile responsabilità. Ma noi stessi potremo risorgere e potremo perfino risuscitare altri, solo se avremo inchiodato sulla croce il nostro ego violento e vorace. Altrimenti prima o poi ci inchioderemo qualcun altro.

Domanda urticante: cosa significa allora augurare Buona Pasqua ai tanti crocifissi di Rimini e dintorni?

          + Francesco Lambiasi