Incontro alla Pentecoste – 17 maggio

La Parola
Dal vangelo secondo Giovanni (15, 1-8)
«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. […] Io sono la vite, voi i tralci».

Ascolto
Gesù continua a rafforzare la fede dei suoi discepoli prima di affrontare la morte e in questo brano mette in luce la comunione vitale, indistruttibile che offre a coloro che credono in lui. E la condizione per “rimanere” con i suoi discepoli è proprio quella di andare al Padre.
Gesù parla di sé come della vera vite, immagine cara ai profeti. In virtù del sacrificio sulla croce, Gesù è il primogenito di una umanità nuova, il vero popolo eletto, che aderisce pienamente alle attese di Dio. È la vite santa che fa scorrere nel tralci la linfa vitale. E perché questo frutto sia copioso, il Padre, da buon vignaiolo, elimina i tralci sterili e pota quelli buoni, perché diano più frutto. Per noi la potatura consiste nel permettere al Padre di togliere dal nostro cuore tutto ciò che non è secondo il Vangelo. Sarà la nostra partecipazione alla passione di Cristo, che darà frutti di vita, di salvezza e di gioia.

Prego
Padre, grazie per avere piantato sulla nostra terra la tua vite scelta, Gesù. Vieni a mondare il nostro cuore dai viticci superflui e a potare i tralci buoni perché possano maturare i nostri grappoli d’amore e di pace, per rendere più bella la Chiesa e più vivibile la terra.