Da pesacatori di pesci a pescatori di uomini

Sono state oltre duemila le persone che hanno partecipato domenica 18 settembre alla festa del ringraziamento “Rimini in Festa Ringrazia. Perché finita la stagione … se ne apre subito un’altra” nata da un’idea del Vescovo e organizzata dagli operatori turistici riminesi, da associazioni di categoria,  insieme alla pastorale del turismo della diocesi di Rimini sul porto canale e nella spiaggia adiacente a piazzale Boscovich.

L’evento è iniziato con la rievocazione dell’antica tradizione della pesca alla tratta, un po’ dal sapore evangelico e con il vescovo Anselmi con grande entusiasmo a tirare la corda della rete insieme a decine di persone.  U’occasione per ritrovarsi in spirito di fraternità e ringraziare per l’estate che sta volgendo al termine.

Il messaggio del Vescovo

Oggi stiamo vivendo insieme un momento cittadino di festa che abbiamo voluto chiamare “Rimini in Festa Ringrazia”. L’idea è nata spontaneamente, fra amici, tra una riflessione, un dialogo, un silenzio.

Dopo gli anni del Covid-19 e la tragedia dell’alluvione in Emilia-Romagna, la ferita ancora aperta di una guerra europea e mondiale che ci coinvolge, le ombre di tante vicende drammatiche con le quali i media continuamente ci avvolgono, alcune persone, ed altre che si sono successivamente unite al dialogo, hanno sentito il desiderio di dire e di dirsi reciprocamente: “Grazie”.

Grazie a Dio per il dono del mare, della sabbia, del sole, delle colline, del cielo, della luna e delle stelle, dei pesci e degli animali che abitano i nostri boschi, delle viti, delle rocce, degli ulivi.

Grazie perché siamo qui, fortunati a vivere in una terra bella e ricca, abitata da un popolo che ha voglia di vivere, di accogliere e dare spazi e tempi di distensione, di divertimento, di cultura e di speranza.

Grazie a chi ci ha lasciato opere d’arte, castelli, rocche, cattedrali, strade, sculture, chiese e conventi, dipinti e mosaici che attirano e stupiscono milioni di turisti.

Grazie soprattutto a tutte le persone che, con il loro impegno quotidiano, con la loro vivacità e genuinità, con gentilezza e operosità, nella società civile e nelle istituzioni, rendono il nostro territorio bello, saporito e gradevolmente molto vivibile.

Settembre è un mese di passaggio, uno snodo di continuità, un ponte dentro un cammino che non si interrompe mai.
Grazie allora perché il cuore della Romagna batte in tutte e quattro le stagioni dell’anno, avvicinando lentamente ma fecondamente il mondo della costa a quello dell’entroterra, ‘oltre la ferrovia’.

Grazie a tutti coloro che credono nella collaborazione, nell’unità, nella comunione, nel fare insieme, nel perdono, nella pace, nella felicità e nel benessere. Il fatto che questa festa abbia riunito tante sigle di associazioni è di una bellezza straordinaria.

Grazie anche a tutti coloro che si considerano così fortunati da sentirsi in dovere di pensare a chi è lontano e vive situazioni difficili e di profonda povertà e difficoltà, alle vittime del Marocco, della Libia, della guerra in Russia e Ucraina, in Zimbabwe, in Tanzania…

Purtroppo mentre noi siamo qui a festeggiare su questa nostra spiaggia, ci sono altre spiagge, ad esempio quella di Lampedusa o della Tunisia, in cui si vivono situazioni umanitarie veramente faticose. Vorrei invocare lo Spirito Santo e chiedere di aiutarci a capire cosa possiamo fare per chi è in Italia e per chi è in Africa e vive situazioni drammatiche. Non è ammissibile che nessun essere umano, e specie bambini piccoli e donne incinta, possa vivere situazioni di una tale disumanità.

Grazie anche della pesca alla tratta. Mi sono emozionato, perché all’inizio della mia storia personale c’è il Vangelo di Gesù che duemila anni fa ha chiamato dei pescatori di pesci a diventare pescatori di uomini, a prenderli in una rete da pesca per salvare tutti e dare a tutti gioia e amore.

Grazie a tutti! Chi è credente sa che anche Dio gioisce della gioia dei suoi figli. Buona festa a tutti! Facciamo festa!