Preghiera del Vescovo per l’affidamento della Città a Maria

Giovedì 8 dicembre è stato rinnovato l’Atto di Affidamento della Città di Rimini a Maria Immacolata, Madre di Misericordia. Iniziativa di preghiera in città è stata promossa dal Vescovo di Rimini e dalle parrocchie del Vicariato Urbano in occasione della Festa dell’Immacolata Concezione.

Rimini, Piazza Cavour, 8 dicembre 2016

Santa Maria, donna tutta bella,
noi ti apriamo il cuore per cantare il nostro rapito, commosso stupore
nell’ammirarti piena di grazia e rivestita di ogni bellezza.

Tu non sei stata amata perché eri già buona e santa,
ma lo sei divenuta perché gratuitamente amata dal tuo grande Signore.

Santa Maria, donna del popolo,
noi ti apriamo il cuore per affidarti la nostra Città:
datti da fare per aiutarci a frantumare muri
e a costruire ponti per una convivenza umana e civile,
ponendo al centro i cittadini con i loro veri problemi e le loro giuste attese
e non gli eletti con i loro poteri e i loro indifendibili privilegi.

E tienici sempre dalla parte della vita che nasce, che cresce e che muore.

Santa Maria, donna di comunione,
noi ti apriamo il cuore per ricordarti che viviamo tempi difficili:
la nostra coscienza comunitaria accusa deficit vistosi  di solidarietà,
e al senso del bene comune si sostituisce spesso l’istinto della fazione.

Mentre continua a salire la temperatura di una conflittualità aspra e astiosa,
continua a precipitare verticalmente l’accoglienza dei poveri, dei solitari, dei diversi.

Santa Maria, donna forte e tenera,
tu che hai detto sì, senza se e senza ma, alla parola del Signore,
e hai vissuto l’esperienza del rifiuto e l’amarezza dell’esilio,
mettici in cuore una salutare inquietudine finché non riconosciamo
il tuo Figlio benedetto nei poveri, nei malati, nei profughi, nei perseguitati,
e non lo accogliamo nei senza tetto, nei senza pane, senza libertà, senza futuro.

Santa Maria, madre di misericordia,
facci il regalo del pane buono della fraternità.

Te lo chiediamo per la nostra Chiesa, che non sembra estranea neanch’essa
alle lusinghe della frammentazione e della chiusura
nei perimetri segnati dall’ombra del campanile.

Te lo chiediamo per la nostra Città perché lo spirito di parte
non la riduca a terra contesa o, peggio, a isola di nessuno.

Così che tutti i poveri possano sedersi, con pari dignità, alla mensa comune.

E la pace diventi traguardo felice del nostro incerto cammino,
fino all’ultima sera della storia e della nostra vita,
e non spunti la stella del mattino per il giorno beato, senza tramonto. Amen!