Lettera del Vescovo per San Gaudenzo 2018

Ai Fratelli Presbiteri e Diaconi
Alle
Sorelle e Fratelli Consacrati
Alle Operatrici e Operatori Pastorali
A
lla Consulta delle Aggregazioni laicali
Ai Memb
ri dei Consigli Pastorali parrocchiali, zonali e diocesano

Carissimi Fratelli,  Carissime Sorelle,

gli anni  continuano a scorrere, ma la festa di San Gaudenzo non  finisce di piacermi. Vi dico di più: mi intriga  molto la sua sobrietà agile e lineare, imperniata sui tre elementi fondamentali che fanno la trama e l’ordito di ogni festa cristiana: l’elemento liturgico, pastorale, culturale. Li richiamo velocemente in ordine cronologico.

L’assemblea pastorale, che avrà luogo venerdì 12 ottobre, ore 21.00, in sala Manzoni, sulla chiamata alla santità.

Il  concerto  di musica  sacra  (Sinfonia n.  96  e la  messa  “In  angustiis”) di  Haydn il sabato  13 successivo (ore 21.00) in cattedrale.

Mentre l’evento culminante sarà costituito dalla solenne liturgia eucaristica, domenica 14 ottobre in cattedrale (ore 17,30).

Ora  permettetemi una  confidenza.  Quest’anno vado  incontro alla ‘edizione 2018’ con  un’attesa intensa  e un  tenace desiderio: che la festa rappresenti per la nostra  Chiesa  uno  scossone  salutare. Che  ci faccia  riemergere da  un  pesante  letargo,  in  cui  stiamo  insensibilmente ma  inesorabilmente scivolando. Insomma mi aspetto  e prego che riusciamo a sfruttare questa  scadenza  annuale come  una  provvidenziale opportunità per !asciarci  pungere da  una  domanda ineludibile: è possibile  festeggiare  un  santo  come  il nostro san Gaudenzo senza interrogarci se stiamo  rispondendo alla chiamata del Signore Gesù alla santità? Tanto più  che  quest’anno la prossima  festa  patronale si colloca  a ridosso  della  recente  Lettera  di  Papa Francesco  dedicata appunto alla chiamata alla santità.

Concretamente dobbiamo chiederci:  le nostre  comunità stanno andando controcorrente rispetto a quanto di  ami-evangelico si  pensa  – si  dice  – si  fa  nella  nostra   società?  Fanno  esplodere nei  loro atteggiamenti le contraddizioni del mondo ‘vecchio’? Sbloccano a sufficienza  le cinture di gesti sacrali e di asfittiche tradizioni, per liberare la Parola e farla ‘correre veloce’? Tengono acceso il roveto ardente del primo annuncio (o kerygma) di Cristo  morto e risorto? Sono  ‘ossessionate’ dal messaggio  del regno di Dio? Stanno puntando  sulla   vetta   della  santità  o  stanno  ripiegando verso  le  sabbie   mobili   del  conformismo, dell’attivismo, del devozionalismo? Inoltre l’imminente Sinodo dei/sui giovani ci incalza con  una sfìlza di altre domande, non meno pressanti. Quale immagine di Chiesa presentiamo ai giovani: quella di un palazzo impenetrabile? di  un museo  di antiquariato? di  un  arcipelago  di ‘isolotti’? di  una galleria di  nicchie  per pochi  intimi?  O invece come  una comunità attraente e accogliente?

Adesso !asciatemi   rivolgere  direttamente al  nostro santo  patrono. San  Gaudenzo,  tu  non stare a guardare come andra a finire questa ‘nostra’ Chiesa. Andra  a finire benissimo se, come te, anche noi sapremo rispondere alla chiamata alla santità del nostro insuperabile Pastore, Gesù. Dacci una mano!

Carissimi, vi saluto con grande affetto. Vi benedico  di cuore. Vi aspetto  alla festa.

  + Francesco Lambiasi

 Rimini, 25 settembre 2018