Verso la Pentecoste – 18 aprile

La Parola
Dal vangelo secondo Giovanni (20, 11-18)
«Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva… Si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù… Gesù le disse: «Maria!» ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì! che significa Maestro». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono salito al Padre; ma va dai miei fratelli e dì loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».

Ascolto
Odora di morte il pesante silenzio attorno al sepolcro vuoto, almeno per Maria di Magdala, e trasuda lacrime di sconforto. C’è un vedere che inchioda al suolo delle proprie convinzioni di morte, perché nota solo l’assenza di quel corpo amato e trafitto sulla croce. Poi la voce del Risorto mette in fuga le tenebre del cuore e conduce al vedere e credere della fede, illuminando di senso e di vita: è vivo! Il venire di Dio nella nostra vita si concretizza nella sua Parola, che lo rende presente fin nelle profondità dell’anima, Parola che creò la vita e ogni giorno trasforma l’umile pane in carne, la Sua.
È tenerissimo l’amore di Gesù che avvolge Maria chiamandola per nome e la fa sentire intimamente famigliare: “Padre mio e Padre vostro”. Tale è per noi la gioia dell’incontro personale col Risorto nella preghiera e nei sacramenti: mette le ali per andare dai fratelli. E così ancora oggi “cammina” la Chiesa, annunciando la vittoria di Dio sulla morte.

Prego
Spirito del Padre donaci il vedere e credere che ci rende apostoli del Risorto.