Incontro alla Pentecoste – 27 aprile

La Parola
Dal vangelo secondo Giovanni (3, 31-36)
«Colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui».

Ascolto
Il Battista risponde ai suoi discepoli, che sembrano insinuargli una sorta di gelosia nei confronti di Gesù: «Colui al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». (Gv 3, 36). Che potremmo tradurre: “Guarda che quello ti sta prendendo il posto”. Il Precursore, però, non solo non si stizzisce, ma riconosce ancora una volta la superiorità di Gesù, perché, se è pur vero che Giovanni è il più grande tra i nati da donna (cfr. Mt 11, 11), Gesù è il figlio di Dio. È Lui il vero mediatore che ci parla del Padre e ci svela il suo volto, quello di un Dio “smisurato” nel dare lo Spirito e nel dare la vita. Ma, oltre a ciò, ci dona anche la libertà di non ascoltarlo e non seguirlo. E nei confronti di chi fa questa scelta troviamo un giudizio molto duro.
Il riferimento all’ira di Dio può farci pensare a un Dio “saettante” come Zeus, invece dice la radicale opposizione di Dio verso tutto ciò che è peccato. La testimonianza di Giovanni c’illumina ad aprirci con umiltà alla fede nel Cristo, per non escluderci dalla vita.

Prego
Manda il tuo Spirito, Signore, per insegnarci l’obbedienza della fede e farci camminare sempre sui sentieri della vita.