Incontro alla Pentecoste – 21 maggio

La Parola
Dal vangelo secondo Giovanni (14, 15-21)
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce».

Ascolto
Gradualmente Gesù sviluppa il senso del suo “andare al Padre” perché i discepoli possano superare il dolore dell’imminente distacco e aderire, come lui, alla volontà del Padre, compiendo quell’esodo da se stessi condensato in una sola obbedienza: osservare i suoi comandamenti, ossia, essere fedeli alla sua persona e alla sua parola.
L’amore è Dio stesso, è lo Spirito Santo, che il Padre manderà loro; è “l’altro Consolatore”, Il primo essendo proprio lui, Gesù, l’avvocato difensore, il testimone favorevole. Nella vita della Chiesa tutto si muove al cenno dello Spirito; è lui che prega in coloro che pregano; è lui che guida alla verità tutta intera; è lui che apre i cuori alla conversione. Il ‘mondo’ cieco, aggressivo, impenetrabile ai valori della fede, ignora la presenza dello Spirito, perché questa non è percettibile ai sensi; è però conosciuta da chi è ama il Signore ed è felice di compiere ciò che a Lui piace. Chi cerca l’autonomia totale da Dio resterà sempre un orfano.

Prego
Dio di bontà infinita, non siamo più orfani, tu sei il Padre nostro; continua a mandare su di noi lo Spirito Santo, il Consolatore, perché ci ricordi di quale amore ci hai amati e ci ami.